Filtri esterni per il rubinetto, ovvero il braccialetto elettronico per la tua acqua ai domiciliari

Sarà che ci piace l’idea della sorgente infinita in cucina: attacchi un coso al rubinetto, schiacci un bottone, e come per magia sgorga acqua “pura”. Secondo il Corriere della Sera (2024), sono circa 3,5 milioni le famiglie italiane che utilizzano filtri da rubinetto, elettronici o manuali. Una scelta tutto sommato abbordabile come prezzo, ma che può diventare complicata se richiede il montaggio da parte di un tecnico.

Bella la comodità, certo. Ma quanto costa davvero — in senso ampio — avere questo “braccialetto elettronico” al rubinetto di casa? Spoiler: più di quanto sembri.

Come funzionano?

La promessa è allettante: riduzione di cloro, calcare, metalli pesanti e microplastiche grazie a filtri a carboni attivi e microfiltrazione. Durano mediamente tre mesi, poi vanno cambiati. Il problema? Sono fatti di plastica e materiali misti non differenziabili. E molti hanno levette o pulsanti per attivare o disattivare il filtro, così da usarlo solo quando serve — in teoria.

Nella pratica, servono batterie e ci sono led integrati ovunque, che dovrebbero tenerti aggiornato sullo stato del filtro… finché non si scaricano o si rompono.

Con IDRA Living è tutta un’altra storia: premi, filtra, bevi. Il sistema PUSH funziona con Claysilite®, un filtro in ceramica brevettata, arricchito con 4 Pearl che neutralizzano il cloro in meno di un secondo. Senza batterie, senza elettronica, senza bisogno di un idraulico.

 


 

Collocazione: nei tuoi spazi e nella tua vita

Una volta installato, il filtro da rubinetto diventa parte integrante — e ingombrante — della tua cucina. Esteticamente? Un piccolo contatore appeso al rubinetto, che cambia l’aspetto di tutto il lavello.

IDRA Living, invece, puoi spostarla dove vuoi. Non invade gli spazi, non altera la funzionalità del lavello e, anzi, si integra armoniosamente in casa. Pratica, libera, discreta.

 


 

Capacità: numeri in chiaro

Teoricamente, l’acqua è “infinita”. Ma proprio perché scorre liberamente, serve un contatore per capire quanto filtro hai consumato. E se ti dimentichi di disattivarlo per lavarti le mani o sciacquare un piatto? Addio filtro.

E se poi si scaricano le pile, si rompe il led o si inceppa la manovella? Come fai a sapere se l’acqua è ancora filtrata?

IDRA Living, invece, ti dà sempre certezze: ogni PUSH produce 1,2 litri d’acqua filtrata in 30 secondi. I suoi filtri Claysilite durano un mese o 400 litri, e non ti lasciano mai col dubbio.

 


 

Autonomia e alimentazione

Nei filtri da rubinetto, le batterie sono praticamente obbligatorie. I fili elettrici vicino all’acqua, infatti, non sono proprio una buona idea (immagina una scena da film horror: rubinetto, acqua, cortocircuito... brrr).

IDRA Living è 100% meccanica. Non c'è bisogno di elettricità, solo fisica, materiali sicuri e tanta affidabilità. E se ti stai chiedendo quanto sia sicura: è progettata proprio per esserlo, sempre.

 


 

Il design, tra funzionalità e piacere percepibile

Qui è facile: immagina la tua cucina nuova, curata nei minimi dettagli. Ora immagina di appendere al rubinetto un accessorio plastico bombato e fuori scala. Esteticamente? Più bozzo che bonus.

Invece, IDRA Living, è pensata per stare bene ovunque. Ti viene voglia di lasciarla in bella vista, non certo di nasconderla. Sottile, elegante, armoniosa. Altro che oggetto tecnico.

 


 

Non si scappa dal confronto qualità/prezzo

Un filtro da rubinetto costa 15–20 euro e va cambiato ogni 2-3 mesi. Fai due conti: tra 60 e 80 euro all’anno, più il costo iniziale dell’apparecchio (50–80 euro circa). E poi ci sono le batterie, ovviamente.

IDRA Living, con l’abbonamento, costa 48 euro/anno: ti arrivano a casa filtri Claysilite + Pearl, senza stress. E i filtri usati? Ritirati gratuitamente. Nessun rifiuto plastico in giro. I competitor, invece, ti lasciano con la plastica in mano — letteralmente.

 


 

Ciclo di vita, smaltimento e durevolezza

Facciamo due conti: in 5 anni un filtro da rubinetto può generare fino a 1,8 kg di rifiuti plastici non riciclabili. E se aggiungi le pile esauste, il conto ambientale sale. E sì, spesso non arrivano nemmeno a 5 anni: la plastica non è eterna.

IDRA Living invece è costruita per durare, proprio come le pentole in acciaio che passano di generazione in generazione. Dopo 5 anni, avrai solo filtri in ceramica — ritirati, riciclati, reintegrati come materiale inerte per colture idroponiche. Nessun rifiuto elettronico, nessun compromesso.


Mixology

I drink analcolici a base di IDRA Water, per un sorso di divertimento in più e meno acqua sporca nel tuo bicchiere.
Anche il ghiaccio certo!

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Cocktails - IDRA Water - Mixology
LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Coniglio del vulcano Zacatuche e carboni attivi sotto il lavandino come sistema di filtraggio

Il filtro a carboni attivi sotto il lavandino – tanto rumore per poco.

Li installano, promettono acqua pura, e poi? Filtro sì, ma non dal disagio. Questi sistemi cercano di comprimere un impianto di depurazione sotto il lavello, con risultati spesso discutibili. Tra filtri enormi, manutenzioni costose e rumori notturni da centrale elettrica, ti ritrovi con un elettrodomestico complicato che occupa spazio e richiede attenzioni continue.
Qualcuno potrebbe definirli il progetto da designer di un ingegnere che “non ci ha creduto abbastanza”.

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LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Tartaruga liuto e caraffe filtranti in PET

Caraffe filtranti in PET: filtrare la plastica con la plastica, un controsenso.

Le conosciamo tutti. Sono ovunque: nei grandi magazzini, nelle cucine degli amici, nelle case dei parenti. Le caraffe filtranti in plastica sembrano una scelta scontata: funzionali (più o meno), pratiche (dipende), economiche… almeno all’inizio. Ma sono davvero la soluzione migliore per noi e per l’ambiente?

Secondo il “Rapporto Acqua Italia 2023", quasi il 40% degli italiani oggi possiede un sistema filtrante, e la soluzione più diffusa sono le caraffe filtranti. Ma siamo sicuri che ci convengano davvero? Il costo iniziale può sembrare vantaggioso, ma tra filtri da cambiare di continuo e l’impatto ambientale della plastica, il bilancio finale è tutto fuorché trascurabile.

 

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LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Iguana delle Fiji e aromi

Aromi per "triggerare" il gusto: non chiamateli filtri.

Negli ultimi due anni hanno invaso i social e le borracce: gli aromi olfattivi, quelli che non si mescolano all’acqua ma ingannano il cervello attraverso l’olfatto. Sì, esatto: l’acqua ha sempre lo stesso sapore, ma il naso crede di bere succo, tisane, o chissà cosa.

L’idea è senz’altro trendy, i design accattivanti non mancano, ma siamo sinceri: che c’entra tutto questo con la filtrazione dell’acqua? Niente. Anzi, spesso serve proprio a mascherare odori sgradevoli e sapori discutibili. Ma vediamo di cosa si tratta davvero.

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