Borracce high-tech con luci UV: dopo lo spazzolino anche l’acqua si fa il solarium, ma equivale a filtrarla?

L’inquinamento e la sempre maggior attenzione verso i sistemi di filtraggio dell’acqua hanno creato un nuovo mercato per le aziende high-tech, quello delle borracce intelligenti, con un fatturato stimato di 50 milioni di dollari nel 2023, solo per una delle aziende leader di questi nuovi prodotti. La tecnologia UV-C ha conquistato soprattutto il pubblico under 35, secondo i dati di TechMarket Research.
Guardiamo da vicino questa ‘rivoluzionaria’ proposta per capirne meccanismi e valore effettivo, non basta infatti far sembrare uno strumento comune una piccola astronave aliena per aver effettivamente portato un valore di cambiamento.

Come funzionano?

In sostanza sono delle borracce di ingombro simile a una comune borraccia, il cui tappo e a volte anche il corpo, integrano una serie di parti elettriche che servono a far funzionare dispositivi digitali per la lettura dell’acqua e la emissione di certe frequenze di luce. Tale sistema a luce ultravioletta (280 nm) dovrebbe eliminare il 99% di batteri in 60 secondi. Tuttavia, test indipendenti di WaterSafety Labs mostrano che non riduce il contenuto di PFAS, metalli pesanti o microplastiche, limitandosi alla sola sterilizzazione superficiale. Insomma di nuovo, come per gli aromi olfattivi (mettere link all’articolo nostro), non stiamo parlando di filtraggio.


Collocazione: nei tuoi spazi e nella tua vita

Ideale per escursionisti e pendolari, risulta invece scomoda in ambito domestico. Per l’esigua quantità che produce d'acqua, paradossalmente, non è in grado di essere autonoma in un ambiente in cui non possa ricaricarsi tramite la sua USB, che ne limita l'uso in ambienti senza elettricità. Insomma una borraccia poco adatta alla Natura e alle lunghe escursioni, più idonea per un contesto urbano.

IDRA Living ricordiamolo, con il suo sistema di filtraggio brevettato e testato, non ha bisogno che di essere premuta e in un PUSH ha realmente effettuato un filtraggio completo, ovunque voi siate. Pur non essendo un borraccia ma una caraffa.


Capacità — numeri in chiaro

La capacità massima di circa 740ml la rende inadatta per le famiglie, sia per l’esigua quantità, sia per la necessità di tempo per sottoporre l’acqua e i batteri ad un tempo opportuno d’irradiazione.

Insomma per il filtraggio quotidiano domestico IDRA Living non teme paragoni, producendo 1,2 litri di acqua filtrata ogni 30 secondi.


Autonomia e alimentazione

Velocità: spesso sono presenti due modalità, quella standard ci impiega circa 60 secondi, quella approfondita 3 minuti. 

Efficacia: solo microbiologica, non filtra l’acqua da residui, calcare, cloro, metalli pesanti o PFAS.

Non migliora sapore, trasparenza o purezza chimica, inoltre ricordiamoci che va caricata, con ulteriori tempi e costi. 


Il design, tra funzionalità e piacere percepibile

Forse il vero punto forte è proprio questo: il design. Ergonomico, studiato, modaiolo per i non amanti del tecnologico, al passo con i tempi per gli addicted del moderno.
Comunque un multimateriale complesso ed essenzialmente fragile, in cui ogni elemento potrebbe compromettere le funzioni generali, trasformando il prodotto in mero contenitore. Ha una doppia parete isolante di difficile pulizia interna.

La lavastoviglie che ci semplifica molto la vita, non può contenere un simile prodotto, ma IDRA Living sì, potete lavarla con il resto delle stoviglie e delle pentole, senza problemi.


Non si scappa dal confronto qualità/prezzo

Il costo del prodotto va dai 99 ai 129€, a cui si aggiunge un costo annuo di mantenimento di 45€, stimato per sostituzione tappo ogni 2 anni che costa circa 89€, senza programmi di riciclo dedicati per i componenti elettronici.

Insomma a confronto con i 49 euro iniziali e i 48 annuali per i filtri in abbonamento di IDRA Living, questa borraccia è un piccolo macigno da portarsi dietro. 


Ciclo di vita, smaltimento e durevolezza

L'assenza di filtri da cambiare è compensata dalla breve durata dell'elettronica, la batteria al litio infatti dura circa 300 cicli (1-2 anni con uso medio), poi deve essere sostituita con suddetti costi. Il prodotto spesso non rientra in programmi di economia circolare, diventando rifiuto tecnologico a fine vita. Una soluzione parziale che non affronta il problema alla radice ma lo ingrandisce.

Anni luce IDRA Circle il programma GRATUITO che IDRA Water mette a disposizione dei suoi abbonati, con ritiro a casa dei filtri esausti con smaltimento sostenibile degli stessi, adatti a diventare materiale inerte per le colture idroponiche, essendo totalmente in ceramica.

Mixology

I drink analcolici a base di IDRA Water, per un sorso di divertimento in più e meno acqua sporca nel tuo bicchiere.
Anche il ghiaccio certo!

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Cocktails - IDRA Water - Mixology
LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Coniglio del vulcano Zacatuche e carboni attivi sotto il lavandino come sistema di filtraggio

Il filtro a carboni attivi sotto il lavandino – tanto rumore per poco.

Li installano, promettono acqua pura, e poi? Filtro sì, ma non dal disagio. Questi sistemi cercano di comprimere un impianto di depurazione sotto il lavello, con risultati spesso discutibili. Tra filtri enormi, manutenzioni costose e rumori notturni da centrale elettrica, ti ritrovi con un elettrodomestico complicato che occupa spazio e richiede attenzioni continue.
Qualcuno potrebbe definirli il progetto da designer di un ingegnere che “non ci ha creduto abbastanza”.

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LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Tartaruga liuto e caraffe filtranti in PET

Caraffe filtranti in PET: filtrare la plastica con la plastica, un controsenso.

Le conosciamo tutti. Sono ovunque: nei grandi magazzini, nelle cucine degli amici, nelle case dei parenti. Le caraffe filtranti in plastica sembrano una scelta scontata: funzionali (più o meno), pratiche (dipende), economiche… almeno all’inizio. Ma sono davvero la soluzione migliore per noi e per l’ambiente?

Secondo il “Rapporto Acqua Italia 2023", quasi il 40% degli italiani oggi possiede un sistema filtrante, e la soluzione più diffusa sono le caraffe filtranti. Ma siamo sicuri che ci convengano davvero? Il costo iniziale può sembrare vantaggioso, ma tra filtri da cambiare di continuo e l’impatto ambientale della plastica, il bilancio finale è tutto fuorché trascurabile.

 

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LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Iguana delle Fiji e aromi

Aromi per "triggerare" il gusto: non chiamateli filtri.

Negli ultimi due anni hanno invaso i social e le borracce: gli aromi olfattivi, quelli che non si mescolano all’acqua ma ingannano il cervello attraverso l’olfatto. Sì, esatto: l’acqua ha sempre lo stesso sapore, ma il naso crede di bere succo, tisane, o chissà cosa.

L’idea è senz’altro trendy, i design accattivanti non mancano, ma siamo sinceri: che c’entra tutto questo con la filtrazione dell’acqua? Niente. Anzi, spesso serve proprio a mascherare odori sgradevoli e sapori discutibili. Ma vediamo di cosa si tratta davvero.

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