Ancora l’acqua in bottiglia monouso nel 2024? Come se non stessimo già facendo i conti con i danni che ha fatto fino ad oggi.

Ci circonda, ci sommerge, ci perseguita. La plastica delle bottiglie d'acqua monouso è ovunque, e i numeri sono da capogiro: in Italia abbiamo bevuto oltre 10 miliardi di litri di acqua minerale nel 2023, piazzandoci sul podio mondiale dei consumatori (Censis 2023). Peccato che il vero record sia un altro: 7,5 miliardi di bottiglie finite nell'ambiente (Greenpeace). Un paradosso per un paese circondato dal mare, che invece di proteggerlo lo riempie di plastica

Come funzionano?

Innovazioni? Poche e inutili. L'unico progresso sono i tappi obbligatoriamente attaccati alla bottiglia - soluzione antipatica ma necessaria. Per il resto, nulla è cambiato: bottiglie che si deformano, diventano inutilizzabili dopo pochi utilizzi (per fortuna, visto che rilasciano microplastiche). E mentre il PET continua a inquinare, c'è chi ha già trovato alternative. Plastic-free, ovviamente.


Collocazione: nei tuoi spazi e nella tua vita

"Pratiche da portare ovunque", dicono. Vero, ma a quale costo? Le bottiglie viaggiano su camion prima di arrivare a noi, esposte a calore e luce. E durante il tragitto, chissà quante particelle finiscono nell'acqua che berremo. Una comodità che puzza di ossimoro.


Capacità — numeri in chiaro

Piccole, grandi, giganti... tante scelte per un unico destino: la spazzatura. L'unico vantaggio? L'immediatezza. 


Autonomia e alimentazione

Parlando appunto di immediatezza dobbiamo però fare una riflessione, ovvero che per averla dobbiamo far viaggiare continuamente nuove bottiglie, mentre soluzioni riutilizzabili occupano lo stesso spazio senza inquinare. Il viaggio che fanno dagli stabilimenti alle GDO, praticamente quasi tutto su camion, ha un impatto ambientale sconvolgente. 
Una delle cose meravigliose della Natura era proprio la capacità dell’acqua di scorrere arrivando un po’ ovunque senza impattare. Con IDRA Living cerchiamo di riportare, un po’, le cose al loro corso naturale, filtriamo anche questo.


Il design, tra funzionalità e piacere percepibile

Alcune bottiglie sono opere d'arte. Altre sembrano uscite da un discount. Ma tutte hanno una cosa in comune: etichette giganti che trasformano le nostre case in cartelloni pubblicitari. 
Il design di IDRA Living punta sulla pulizia coerentemente alle sue funzioni, linee nette, materiali ben fatti, senza compromessi o coperture.  


Non si scappa dal confronto qualità/prezzo

Facciamo due conti: fino a 1.000 volte più cara dell'acqua del rubinetto, con una spesa annua che può superare i 600€ per famiglia. Il tutto per un'acqua che spesso è uguale (o peggiore) di quella che esce dai nostri rubinetti (Altroconsumo). Esistono alternative che costano meno e inquinano zero? La risposta è semplice.


Ciclo di vita, smaltimento e durevolezza

Tempo di utilizzo: pochi minuti. Tempo di degradazione: centinaia di anni. Le bottiglie monouso ci lasciano in dono montagne di plastica e nuvole di microplastiche. Mentre altre soluzioni, progettate per durare, dimostrano che il cambiamento è possibile. Anzi, già qui.

Mixology

I drink analcolici a base di IDRA Water, per un sorso di divertimento in più e meno acqua sporca nel tuo bicchiere.
Anche il ghiaccio certo!

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Cocktails - IDRA Water - Mixology
LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Coniglio del vulcano Zacatuche e carboni attivi sotto il lavandino come sistema di filtraggio

Il filtro a carboni attivi sotto il lavandino – tanto rumore per poco.

Li installano, promettono acqua pura, e poi? Filtro sì, ma non dal disagio. Questi sistemi cercano di comprimere un impianto di depurazione sotto il lavello, con risultati spesso discutibili. Tra filtri enormi, manutenzioni costose e rumori notturni da centrale elettrica, ti ritrovi con un elettrodomestico complicato che occupa spazio e richiede attenzioni continue.
Qualcuno potrebbe definirli il progetto da designer di un ingegnere che “non ci ha creduto abbastanza”.

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LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Tartaruga liuto e caraffe filtranti in PET

Caraffe filtranti in PET: filtrare la plastica con la plastica, un controsenso.

Le conosciamo tutti. Sono ovunque: nei grandi magazzini, nelle cucine degli amici, nelle case dei parenti. Le caraffe filtranti in plastica sembrano una scelta scontata: funzionali (più o meno), pratiche (dipende), economiche… almeno all’inizio. Ma sono davvero la soluzione migliore per noi e per l’ambiente?

Secondo il “Rapporto Acqua Italia 2023", quasi il 40% degli italiani oggi possiede un sistema filtrante, e la soluzione più diffusa sono le caraffe filtranti. Ma siamo sicuri che ci convengano davvero? Il costo iniziale può sembrare vantaggioso, ma tra filtri da cambiare di continuo e l’impatto ambientale della plastica, il bilancio finale è tutto fuorché trascurabile.

 

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LET'S DRINK ABOUT IT - Copertina con tema dell'articolo: Iguana delle Fiji e aromi

Aromi per "triggerare" il gusto: non chiamateli filtri.

Negli ultimi due anni hanno invaso i social e le borracce: gli aromi olfattivi, quelli che non si mescolano all’acqua ma ingannano il cervello attraverso l’olfatto. Sì, esatto: l’acqua ha sempre lo stesso sapore, ma il naso crede di bere succo, tisane, o chissà cosa.

L’idea è senz’altro trendy, i design accattivanti non mancano, ma siamo sinceri: che c’entra tutto questo con la filtrazione dell’acqua? Niente. Anzi, spesso serve proprio a mascherare odori sgradevoli e sapori discutibili. Ma vediamo di cosa si tratta davvero.

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